Contattaci Contact Us

Details of the event:

Inquinamento: come migliorare la qualità dell’aria

Date:
10/19/2013 - 10/19/2013
Venue:
Milan (Italy)
Discipline:
-

Lo smog uccide 800mila persone l'anno

Un'emergenza 'silenziosa', al convegno RespiraMI dati e proposte dei maggiori esperti internazionali

Milano, 19 ottobre 2013 - Gli inquinanti sembrano diventare più aggressivi rispetto a pochi anni fa, favorendo la comparsa di malattie respiratorie, cardiocircolatorie, tumori. Sono quindi necessari interventi decisi per la riduzione delle cause inquinanti, come il traffico, il riscaldamento degli edifici, i fumo industriali. E’ questo il messaggio lanciato dal convegno RespiraMI, organizzato a Milano da Fondazione Ca' Granda Policlinico di Milano e Fondazione Internazionale Menarini.
«Secondo l'Organizzazione Mondiale della Salute, ogni anno nel mondo muoiono 800mila persone a causa dell'inquinamento: e arrivano addirittura a 1,3 milioni se si considera anche l'inquinamento indoor, ovvero quello all'interno delle abitazioni: non molti meno di quelli causati dal virus dell’AIDS» spiega Pier Mannuccio Mannucci, direttore scientifico della Fondazione Ca' Granda Policlinico di Milano. « È un numero alto, che preoccupa anche perché, dal 2004, è cresciuto del 16%».
La causa di questo aumento potrebbe essere individuata nella composizione delle polveri sottili, che gli esperti ipotizzano sia cambiata nel corso degli anni. «Gli studi epidemiologici infatti sembrano indicare che il PM10 con cui abbiamo a che fare oggi sia più nocivo di quello di 15-20 anni fa» prosegue Mannucci. L’effetto è stato rilevato a Milano, ma anche in altre città italiane, e potrebbe essere legato a una presenza più importante della componente ultrafine. Al momento si tratta di un’ipotesi, che potrebbe però trovare una sua giustificazione nella sempre maggiore diffusione dei veicoli alimentati a diesel. Sono infatti proprio loro i primi responsabili delle emissioni dirette di una varietà di PM10». E preoccupa un inquinante salito alla ribalta solo da pochi anni, ma già accusato di causare gran parte degli effetti nocivi attribuiti complessivamente alle polveri: il black carbon. «Composto da atomi singoli o da piccole catene di carbonio, il black carbon ha infatti la capacità di attrarre e aggregare una grande varietà di molecole tossiche, e di veicolarle nell’organismo» aggiunge Mannucci. «L’effetto sarebbe così importante che, secondo l’OMS, interventi mirati a ridurre le emissioni di questo inquinante potrebbero limitare sensibilmente l’effetto complessivo delle polveri sottili».
Destano allarme i dati relativi alla comparsa di malattie croniche associate all’inquinamento. Il programma Clean Air For Europe (CAFE) della Commissione Europea ha valutato gli effetti del PM2,5  derivato dalle attività umane sull’aspettativa di vita, concludendo che, in media, ogni cittadino UE vive 8,6 mesi in meno a causa delle polveri fini. I lprimato negativo spetta alla Pianura Padana: qui, in media, le polveri sottili accorciano l’esistenza anche di 2-3 anni.
Non meno preoccupanti i dati riguardanti i picchi di inquinamento. «Secondo lo studio EpiAir, promosso dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie ha mostrato un innalzamento immediato della mortalità per cause naturali dello 0,69% per ogni aumento di 10 μg/m3 di PM10. Vuol dire che, laddove ci sarebbero normalmente 1000 decessi, se ne registrano sette in più» prosegue Mannucci. Un’altra indagine sul PM10 condotta in Lombardia ha stimato che qui gli sforamenti della soglia di 20 μg/m3 rispetto alla soglia accomandata dall’OMS provocano ogni anno 302 decessi, 231 dei quali si verificano a Milano».
La relazione fra la cattiva qualità dell’aria e l’asma è fra quelle per cui le prove degli studi tossicologici ed epidemiologici sono più schiaccianti. Ed è ormai altrettanto chiaro che fra le persone più suscettibili ci sono anche i bambini, perché hanno polmoni non ancora completamente sviluppati e perché respirando a una frequenza maggiore introducono nell’organismo anche una quantità più elevata di polveri e veleni. due-cinque giorni dopo che le centraline registrano un balzo nei valori di questo gas, i bambini ricoverati negli ospedali per crisi gravi salgono del 9,1% (per gli adulti si registra invece un aumento del 7,6%)
Oltre all’asma, gli studi epidemiologici rilevano una maggiore incidenza di tosse, raffreddore e mal di gola, aumenti del numero di bronchiti e polmoniti, peggioramenti importanti delle broncopneumopatie croniche ostruttive (espressione che indica una serie di malattie croniche, fra cui l’enfisema).
Il cammino degli inquinanti non si ferma però ai polmoni: le polveri più fini e alcuni gas, infatti, attraversano le membrane delle cellule che rivestono gli alveoli, penetrano nel sangue, e si diffondono così a diversi organi. Le prime conseguenze, allora, sono a carico del cuore e dei vasi.
Pier Alberto Bertazzi, direttore della Clinica del Lavoro del Policlinico di Milano, ha presentato i risultati di una ricerca in Lombardia in cui si documenta il legame tra il superamento dei livelli soglia di Pm10 e NO2, e il numero di decessi che si registrano ogni anno per cause cardiache, per malattie cerebro-vascolari e per problemi respiratori. «Una riduzione del 20% delle concentrazioni di questi due inquinanti è raggiungibile, e determinerebbe una riduzione della mortalità a breve termine e dei ricoveri ospedalieri del 30%» spiega Bertazzi.
Secondo lo studio APHEIS, pubblicato nel 2006 sull’European Journal of Epidemiology, la riduzione delle concentrazioni del particolato ultra-sottile (il cosiddetto PM 2,5) comporterebbe un risparmio ogni anno di quasi 17mila morti. «Questi dati non possono essere sottovalutati. Una vastissima letteratura scientifica ha ormai chiaramente documentato che non esiste un vero valore soglia di tossicità: qualsiasi livello degli inquinanti causa danni, il loro effetto è presente anche a bassi livelli e aumenta in modo direttamente proporzionale all’aumentare delle concentrazioni degli inquinanti» commenta Sergio Harari, direttore della Divisione Malattie respiratorie dell'Ospedale San Giuseppe di Milano.
Da non trascurare, infine, l’inquinamento indoor, dato che nei luoghi chiusi la maggior parte di noi trascorre ogni giorno il 90% del suo tempo i: le ricerche sull’argomento mostrano infatti che qui, in media, l’inquinamento è maggiore che all’aperto. «Un aspetto critico e un po’ sottovalutato riguarda poi gli edifici di nuova costruzione, dove verrebbe naturale pensare che l’inquinamento sia più contenuto. Non è così, un po’ perché pitture, stucchi, colle e altri materiali edili emettono la maggior parte delle sostanze tossiche che possono sprigionare nella prima fase della loro vita, e un po’ perché i metodi costruttivi che favoriscono il risparmio energetico, sempre più diffusi e incentivati, hanno come rovescio della medaglia quello di limitare il ricambio dell’aria» commenta Mannucci. In questi casi l’ideale è disporre di sistemi di ventilazione meccanica, che facilitano il ricambio dell’aria, che altrove è invece assicurato soltanto dall’apertura delle finestre.

LE REGOLE DA SEGUIRE PER UN SANO AMBIENTE INDOOR

  • Non fumare e non permettere ad altri di fumare in casa.
  • Introdurre mobili, apparecchiature o utilizzare prodotti di consumo con ridotte emissioni e composti da sostanze il meno pericolose possibili. Non esiste ancora un sistema di etichettatura specifico per gli inquinanti indoor, ma i prodotti che contengono sostanze tossiche o pericolose riportano un marchio quadrato con un teschio o una X di colore nero su sfondo arancione.
  • Seguire le indicazioni riportare sulle etichette dei prodotti per la pulizia della casa e non mischiarli.
  • Tenere gli animali domestici fuori dalle camere da letto.
  • Controllare l’umidità, che non dovrebbe superare il 40-50% ed evitare la comparsa di macchie di muffa.
  • Alcune piante da appartamento aiutano a ripulire l’aria dagli inquinanti, e in modo particolare dalla formaldeide. Sono: dracena, aloe, clorofito, crisantemo, gerbera, giglio, peperomia, sansevieria e ficus.
  • Assicurarsi che gli impianti del gas e tutti i dispositivi che bruciano gas o altri combustibili siano ben installati, e curarne la manutenzione.
  • Aerare i locali almeno due volte al giorno e aprire sempre la finestra dopo aver cucinato (o mentre si cucina).

Reserved area